La scoliosi è considerata una malattia idiopatica cioè di cui non si conosce l’origine.

I segnali di rotazione della curva vengono diagnosticati quando la deformazione è già in atto e spesso quando questo processo è irreversibile o ricondizionabile in maniera insufficiente.

Se analizziamo il “modus operandi” che viene adottato per contrastare le curve scoliotiche, possiamo dire che le strategie assunte sono dirette e opposte alla convessità della curva.

In parole povere la spinta che i busti, le fasce e la ginnastica, esercitano sulla colonna, si oppongono per verso, alla spinta anomala della colonna vertebrale.

Questa “guerra” è persa in partenza in quanto la forza che ha la crescita, che è una delle maggiori cause di destabilizzazione, è di gran lunga superiore a qualsiasi contrasto che possiamo porre in essere; molto spesso neppure l’intervento chirurgico è risolutivo in quanto la spinta in direzione compensativa, se bloccata chirurgicamente, trova altre strade di compenso destabilizzando la colonna in altre forme: ad es. aumento del compenso sagittale, sovraccarichi cervicali e addirittura piegando la piastra posizionata nell’intervento.

Il Canali Postural Method ha come obiettivo, nel campo della scoliosi quello di comprendere quali siano i percorsi compensativi che il soggetto intraprende e comprendere come queste azioni spesso risultino insufficienti per ripristinare l’equilibrio compromesso, per cui la colonna “è costretta” a deviare per mantenere il baricentro all’interno della base d’appoggio.

L’obiettivo è quindi quello di analizzare il Perché la colonna ruota e qual è l’aspetto base che, se carente, dà il via a tale aspetto compensativo.

Il Canali Postural Method ha studiato un sistema tridimensionale su come il compenso agisce rispetto alla perdita d’equilibrio del soggetto, un percorso che permetterebbe anche una valutazione predittiva in quanto i punti di repere considerati, segnalano degli spostamenti che, se messi in relazione tra loro, permettono di comprendere quale direzione l’organismo stia prendendo.

In particolare, il bending è un test che i medici utilizzano per valutare la deviazione della colonna.

Questo test è stato codificato dal Canali Postural Method, in funzione del seguente aspetto:

  1. In ortostasi la scapola espone a SN e in Bending espone sempre a sinistra in maniera più evidente e la resistenza muscolare su flessione del tronco in avanti prevale sul lato SN.
  2. In ortostasi la scapola espone a SN e in Bending espone sempre a sinistra in maniera meno evidente e la resistenza muscolare su flessione del tronco in avanti prevale sul lato SN.
  3. In ortostasi la scapola espone a SN ma in bending espone a DX formando il classico gibbo asimmetrico e la resistenza muscolare su flessione del tronco in avanti prevale sul lato SN.

Il punto n° 3 che modifica l’esposizione della scapola da ortostasi stazione eretta a ortostasi bending, segnala uno stato già avanzato del compenso ed un carico ponderale sul lato DX, presupponendo che la rigidità e l’addome debole fossero sul lato SN.

Da appoggio DX a trazione SN il bending evidenza una curva di compenso dorsale DX che poteva essere già intuita quando, nel punto 2 apparentemente c’è una riduzione del bending rispetto al punto 1 ma in realtà è un segnale da “non perdere” per chi valuta, perché è in atto una traslazione del carico ponderale verso il lato opposto.

Questo significa che la ceduta addominale lato SN, tenderà a spostare il peso del corpo in fase di flessione del tronco e nella dinamica del passo, verso il lato opposto.

Inizialmente da – x a SN spostandosi verso DX sia arriva > 0 ma successivamente il lato DX arriva a sovraccaricarsi ed a completare il percorso di torsione della colonna ad “S” da dorsale DX verso SN.

Il Canali Postural Method, leggendo gli spostamenti relativi dei punti di repere, analizza gli elementi compensativi che il soggetto evidenzia, arrivando a capire se l’azione di ricerca del ripristino dell’equilibrio sul piano sagittale, non sia sufficiente  e quindi ci sia il rischio di un modifica strutturata a livello osseo, in quanto la “trazione muscolare libera” , cioè quella non stabilizzata dall’addome, è troppo forte quindi le strutture ossee ancora fragili ed in evoluzione, non sono in grado di opporsi a questa “dinamica anomala”.

Problematiche posturali in famiglia

Questa sezione intende aiutare i genitori a gestire imprevisti e dubbi collegati con le problematiche posturali che possono nascere dal complesso rapporto con:

  1. Attività sportive;
  2. Valutazioni preventive ed evoluzioni di paramorfismi (scoliosi) e cause scatenanti;
  3. Dolori spontanei;
  4. Supporti medici (bite, plantari, busti, etc.);
  5. Comprensione delle fasi di crescita;
  6. Dolori della seconda e della terza età.

Sempre più spesso vediamo dei genitori alle prese con diagnosi contrastanti o con soluzioni parziali o con valutazioni del dolore legati “alla crescita” o con la speranza che il tempo risolva le problematiche posturali dei bambini.

La visione della postura legata alla crescita è molto importante come lo è il collegare l’atteggiamento scoliotico e gli atteggiamenti del corpo alterati (ipercifosi, iperlordosi, etc.) A future situazioni che producono sempre due fattori che sono scatenanti per le problematiche posturali della colonna.

  • La ricerca dell’equilibrio;
  • La riduzione del range dinamico.

Il soggetto che presenta delle alterazioni nell’atteggiamento del corpo ha una situazione collegabile con una potenziale scoliosi.

Sul piano medico queste due situazione vengono scollegate e si pensa che la scoliosi sia idiopatica, cioè senza un’origine certa.

La ricerca dell’equilibrio sul piano sagittale, quando ci sono dei blocchi articolari che producono delle alterazioni della posizione del bacino e una serie di compensi alla ricerca dell’equilibrio (rettificazione del tratto cervicale, dorso curvo, etc.) Si ripercuotono sul piano frontale quando i blocchi precedentemente citati sono asimmetrici e si ripercuotono sulla forbice del passo e quindi nella fase dinamica.

L’equilibrio lateralizzato sul piano frontale produce una ricerca di riequilibrio sia sul piano frontale che su quello trasverso, producendo la rotazione tipica della scoliosi.

Il Canali Postural Method propone anche un sistema preventivo che permetta al genitore di sapere se ci sono i presupposti a rischio nel soggetto che possano produrre degli atteggiamenti compensativi e conseguenti potenziali traumi. Bisogna saper leggere i sintomi di instabilità e di compenso che l’organismo ci segnala, prima che inizi la “grande” crescita.

La crescita del soggetto, graduale o repentina e la capacità o meno di stabilizzare le articolazioni potenzialmente compensative sono gli ingredienti che producono stabilità o instabilità alla postura della persona.

Un soggetto instabile sul piano sagittale, cioè con un atteggiamento scorretto, quindi con un’alterazione delle curve fisiologiche, rivela un impoverimento della capacità della muscolatura addominale rispetto agli angoli di trazione dei muscoli degli arti inferiori che nei bambini sono molto più forti, in proporzione, rispetto all’azione estensiva addominale.

Le conseguenze possono essere molteplici:

  • Dolori spontanei di compenso nella zona cervicale e lombare;
  • Dolori alle ginocchia e ai tendini in quanto l’antiversione conseguente del bacino tende a estendere l’angolo dell’articolazione tibio tarsica (caviglia) impoverendo l’angolo funzionale in flessione dorsale della caviglia stessa;
  • Rotazioni della colonna: in caso di crescita repentina che porti il soggetto fuori asse e in caso di resistenze asimmetriche sul piano sagittale, per cui si crea una situazione asimmetrica di “accoglienza” del carico.

Nel caso di scoliosi dovremmo poi dividere la gravità dei casi in scoliosi dirette e indirette.
Ci limitiamo a dire che il Canali Postural Method® ha suddiviso le azioni e le reazioni dei soggetti in 14 sottogruppi di differente potenziale gravità.
Ciò che può interessare il genitore è sapere che già dagli 8/10 anni, cioè generalmente prima che la scoliosi si manifesti, in quanto la crescita è ancora lontana dal proprio sviluppo massimale è possibile stabilire una connessione tra cause potenziali sul piano sagittale e una delle potenziali evoluzioni negative elencate in precedenza.
La scoliosi è solo uno dei possibili sviluppi negativi delle problematiche posturali sagittali.

Altro aspetto molto importante per il genitore è comprende come la rieducazione della postura passi per l’apprendimento e non per una forzatura dettata da un supporto esterno: busto, plantare, bite etc.

L’ideale è individuare un aspetto collaborativo tra le seguenti azioni, una volta individuata la diagnosi e la causa scatenante.

  • Essendo la rotazione o le situazioni di varo e valgo o i sovraccarichi articolari sempre collegate a una causa di disattivazione addominale sul piano sagittale;
  • Essendo il supporto esterno in contrasto/conflitto con la problematica, cioè tendente a produrre un’azione uguale e contraria al compenso, se ne evince che:
  1. I supporti esterni tendono ad andare in contrasto con il compenso che l’organismo a messo in essere (ricerca dell’equilibrio tridimensionale);
  2. Il compenso che l’organismo produce è una conseguenza delle problematiche posturali del piano sagittale;
  3. Eliminando il compenso con una forzatura meccanica stimoliamo l’organismo per opporsi a tale forzatura e per escogitare altri compensi.

Se invece seguiamo la seguente procedura basata sull’apprendimento otterremo una sinergia e un risultato migliore tra:

  • Azione del supporto esterno ad es. busto;
  • Azione del rapporto tra: rimozione della causa e stabilizzazione del piano sagittale.

In altre parole se un soggetto ha un compenso in valgo o in rotazione della colonna o ha un sovraccarico lateralizzato che gli produce uno specifico compenso, questa azione negativa è sempre collegata con una posizione alterata del bacino e un’insufficienza dell’azione addominale reciproca al blocco.

Il percorso non è intervenire direttamente perché l’organismo potrebbe spostare la zona di compenso.
Le azioni da intraprendere sono le seguenti:

  • Individuare le cause di blocco sul piano sagittale e frontale;
  • Collegare le azioni statiche dell’addome a corpo esteso e carpiato con le resistenze individuate;
  • Eventualmente allentare le resistenze con esercizi di allungamento;
  • Produrre delle agevolazioni all’azione addominale tramite modifica degli angoli del bacino o utilizzo di leve di reazioni più semplici;
  • Portare l’addome a prevalere come capacità di ritorno sulle resistenze specifiche in atteggiamenti e decubiti diversi.
problematiche posturali

Queste azioni producono apprendimento nel soggetto che acquisisce escursione articolare periferica e stabilizzazione nell’atteggiamento specifico del bacino, così da non aver necessità di compenso sugli altri piani dello spazio. I vantaggi sono molteplici:

  • Si riduce la capacità di compenso;
  • Le eventuali forzature esterne di supporti come il busto agiranno nella stessa direzione dell’apprendimento prodotto per cui il risultato sarà immediatamente migliore.

I compensi sul piano sagittale che non evolvono in scoliosi possono sfociare nella seconda e nella terza età in dolori dovuti ad atteggiamenti compensativi che producono sovraccarico.

Che differenza c’è tra la cura della parte lesa e la ricerca delle cause che continuano a produrre la lesione?

Canali Postural Method® anche per la seconda e la terza età e per chi pratica sport a livello non agonistico o comunque non professionale, ha individuato una valutazione posturale che metta in risalto le motivazioni alla base della problematica e attraverso sette differenti livelli di attivazione.

Valutazione Posturale – Canali Postural Method

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