Le sinergie muscolari
Incrementare le sinergie muscolari per migliorare l’applicabilità della forza: i cambi di decubito, i cambi di atteggiamento e la direzione vettoriale del carico.
Le azioni muscolari, nella vita di relazione e nella specificità dello sport, si avvalgono – nel loro divenire – di situazioni in continua trasformazione, determinate da alcune variabili. Per costruire, assimilare ed utilizzare le corrette e necessarie sinergie muscolari nei passaggi eccentrici statici e dinamici delle azioni che ogni giorno si compiono, indipendentemente dalla loro intensità, dobbiamo costruire le opportune reazioni muscolari, basandoci su principi che conducano il soggetto a comprendere la propria postura nella tridimensionalità dell’azione.
La reazione è il prodotto delle compensazioni che l’organismo mette in opera in base alle azioni ed alle cause di blocco /dominanza intrinseche alle strutture muscolari, che il soggetto deve affrontare. La reazione è quindi la reale condizione (non la condizione ottimale) che il soggetto utilizza per affrontare la “fase dinamica” della propria vita. La conoscenza dei confini del cambiamento delle condizioni utilizzate per il movimento permette al soggetto di rendere tridimensionale la propria “fase dinamica”, senza deviare dall’applicazione dei rapporti di flesso-estensione.
Valutando, ad esempio, un’azione della vita quotidiana come il sedersi o l’alzarsi in piedi, dobbiamo considerare che il cambio di atteggiamento coinvolge differenti resistenze muscolari, rispetto ai baricentri tecnici. Il soggetto che compie tale azione potrebbe avere differenti attivazioni rispetto alle resistenze opposte all’azione dei baricentri tecnici, nel rapporto di flesso estensione, quindi le sinergie muscolari necessarie potrebbero essere inibite nel passaggio di atteggiamento del corpo, lasciando il posto ad una compensazione di tale carenza. La dinamica che viene sostenuta correttamente in una delle fasi del movimento si potrebbe esaurire in un sovraccarico funzionale di una delle strutture compensative in un’altra fase del movimento stesso.
Per poter evitare questo andamento altalenante delle attivazioni muscolari e per rendere più concreto, effettivo e spendibile l’angolo di passaggio nelle azioni dinamiche, dobbiamo costruire il riconoscimento muscolare (vedi articolo precedente) e trasferirlo in tre situazioni di allenamento, che diventano altre situazioni di apprendimento.
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